É stata forzata la porta di una tomba privata per rubare questa madonnina. Guarda, se me la riporti ti lascio 20€ sull'altare, perché economicamente è quello che valeva. Siamo arrivati a rubare al cimitero, non ci sono aggettivi per definire il gesto e la persona.


Cari amici e concittadini, questo pomeriggio ho ricevuto una chiamata da un ragazzino sconvolto che mi segnalava la vandalizzazione della targhetta apposta a novembre scorso presso la nostra Villa Comunale, in occasione della manifestazione in cui, come associazione IL SORRISO DI PIERANDREA, piantammo degli alberi in memoria dei giovani strudesi scomparsi e dei bimbi nati negli ultimi anni.

Quell’evento è stato possibile grazie anche alla collaborazione di tante famiglie di Strudá e non che hanno colto appieno lo spirito di fare comunità che quell’iniziativa si proponeva.

Oggi, a quella notizia, la mia reazione non è stata di rabbia, di voglia di ricerca del “colpevole”. Assolutamente no, sto scrivendo questo post per condividere con voi quanto sia stato lungimirante l’aver previsto nei nostri scopi associativi la finalità di aiutare i giovani che hanno gravi disagi sociali. Si perché dietro un banale gesto di vandalismo su un oggetto che di per se ha un valore intrinseco molto relativo (potremmo sostituirla tra qualche giorno con una simile nuova e tutto sembrerebbe mai accaduto) si nasconde un problema molto più ampio, che come genitore, prima ancora che cittadino, mi interroga sul perché di quel gesto.

E allora quella targhetta resterà lì, rigata, rovinata spero da un’azione inconsapevole di un ragazzino o di una ragazzina, perché ciascuno che ci passa affianco possa riflettere sul fatto che gli errori si possono fare ma c’è sempre modo di riparare. Non mi aspetto risarcimenti ai danni materiali, non mi interessa conoscere i responsabili, invito però tutti a una riflessione, come genitori, come educatori di questa comunità.

Proviamo a parlare con i nostri ragazzi, a comprendere i loro disagi, ad aiutarli a superare le loro difficoltà, con la consapevolezza che spesso le cause di gesti brutti ma banali come questi (che non dobbiamo e non possiamo permetterci di far passare come bravate da ragazzi) derivano dal fallimento delle relazioni familiari ed educative, che possono sempre essere recuperate ma se sottovalutati molto probabilmente porteranno a situazioni molto più gravi.

Sappiate che da un anno a questa parte nel nostro piccolo Paese c’è una piccola realtà associativa che proverà a dare una mano, nel totale anonimato e con la massima discrezione, anche a situazioni che esprimono disagi.

Concludo ringraziando Giulio per il suo sconcerto e la sua sensibilità nel comunicarmi l’episodio, ma anche il piccolo “teppistello” per aver compiuto uno gesto sconsiderato che spero possa aiutare tanti di noi a guardare meglio e più a fondo i nostri figli.

 


Paese piccolo con una grande festa

 

3° Festival delle Luminarie Struda' giorno 4 Agosto inaugureranno il festival delle luminarie il Sindaco di Vernole Mauro de Carlo ,Il presidente Dell'Associazione dei luminaristi Vito Maraschio il Sindaco Mario Pendinelli di Scorrano, città salentina capitale mondiale delle luminarie .Giorno 5 Agosto darà inizio all'apertura festa il Sindaco di Vernole Mauro de Carlo, L' assessore Regionale Alessandro Delle Noci insieme al Presidente della provincia Stefano Minerva.La processione del 4 Agosto 2023 della nostra Amata Patrona ,sarà accompagnata con grande onore dal gruppo portatori San Vito Martire da Lequile già presenti nell'anno 2019
 
 
 
 

 

 

 
 
 
 

 


Il Monastero di Strudà da gioiello a rovina by TELERAMA

STRUDA’ (LE)    –    I titoli di questi giornali sembrano una premonizione. “Lo lasciamo cadere del tutto?”, “Forse lo salveremo”. Era il 1978 e poi il ’79. Quelle domande, quasi come una beffa, sono ancora attuali. Più che attuali. Siamo a Strudà, frazione di Vernole.

Estrema periferia del paese.

Se non ci fai caso non lo noti neppure. Eppure, sotto questo impasto di macerie e rovi c’è quello che per secoli è stato il Monastero dei Francescani, soppresso nel 1650 con la bolla pontificia di Papa Innocenzo  X, che ha spento una storia nata due secoli prima, nel ‘400.

Poche risorse, per frati troppo poveri. E sotto i colpi di quella povertà si è inabissato anche il convento. La proprietà rimane in capo alla Curia. La memoria storica, invece, appertiene ad una comunità di Strudà che ha provato a strapparlo all’incuria ma non ci è riuscita. Eppure, tutti sono legati a questo luogo. Anche per il fatto che alle sue spalle, nei campi dell’antica pertinenza, è stato edificato il campetto tuttora utilizzato dai ragazzi del paese. Rimane quel legame, al di là e dentro i ruderi. I segni del falò di Sant’Antonio Abate, a gennaio, sono ancora sul piazzale di fronte. Per il resto, la grata arrugginita contiene lo straripamento delle erbacce che crescono, dei muri che cadono. Le tre arcate del chiostro, ad esempio. Ne è rimasta solo mezza. Della Chiesa della Madonna Immacolata, invece, non resta neppure il tetto, neppure l’altare.

Per chi è il pilastro della memoria di Strudà una rassegnazione frammmista alla speranza di sempre. Restituire lo splendore a quelle pietre, a quello che erano abitazioni e refettorio, poi diventate legnaie e depositi. Salvabile, ancora adesso, solo con un cordone che unisca cittadini, chiesa e amministrazioni locali. A meno che non lo si voglia davvero lasciare al crollo definitivo.

 

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